La premessa è che di partenza si è "Neutrali" o senza schiramento.
"mi faccio gli affari miei, quindi lasciami stare"
Dunque il "neutrale" sostanzialmente giudica una ipotetica decisione secondo il seguente interrogativo "mi conviene o non mi conviene?". Non è ottuso, dunque la domanda si può sviluppare anche in più livelli: mi è sconveniente nel breve periodo, ma considerati gli effetti a lungo termine la convenienza finale compensa la perdita inzialte?
Dunque non agisce per danneggiare gli altri, e non si sbilancia per aiutarli (a meno che per riequilibrare il tutto non ci sia una ricompensa -non solo danaro, ma anche di altro genere).
Generalmente sostiene la legge e l'ordine (perchè gli danno dei benefici, ma solo finchè gliene danno). Ovviamente l'unica libertà che conta è la sua, quella degli altri non è poi così importante. la Vita? Se sto bene Io stanno bene tutti! Il destino a volte sa essere crudele con gli altri!
Il neutrale non è indeciso se essere buono o malvagio, ha desiso di non schierarsi perchè riconosce che nel bene e nel male ci sono dei benefici, o perchè è "superiore" a questioni morali (sentendosi sempre chiamato a decidere sul piano pratico). Il mondo "naturale" tende ad essere "senza allineamento", infondo morale o non morale i cicli stagionali e i cicli vitali ruotano perennemente e senza distinzioni etiche.
Il Buono ragione invece in maniera lineare tenendo bene in mente due valori fondamentali: libertà, bontà.
Un PG buono crede che sia giusto aiutare e proteggere i bisognosi. Non significa che sia un "invasato". Ovviamente l'autoconservazione e il soddisfacimento dei propri bisogni sono valori primari per il Buono, ma in alcune occasioni non è strano (per lui) anteporre le necessità altrui alla proprie, anche a costo di correre dei rischi. E' più un antieroe contemporaneo che un eroe sterotipato."proteggere i deboli da coloro che vorrebbero dominarli o ucciderli è la cosa da fare!"
Per facilitare il paragone: è un padre di famiglia nei confronti del figlio. Certo che il padre di famiglia mangia, si svaga e si autorealizza, ma antepone ogni volta che è necessario le necessità del figlio (e dunque lavora per sfamarlo, passa le notti in bianco per cullarlo, si preoccupa della sua educazione).
E' un allineamento con tratti di idealismo, e sani bagni di realtismo: sa che il potere corrompe l'autorità. Dunque sebbene tenda a rispettarla, nel caso in cui questa agisca contro o pieghi le regole per fini egoistici si ribella ad essa e la combatte. Non è uno che obbedisce ciecamente alla legge.
Come tale si circonda di persone che se non proprio come lui, si avvicinano al suo modo di fare (ad esempio i Legali Buoni).
Legali Buoni, per ironia della traduzione potremmo chiamarli gli avvocati buoni.
"Una società ordinata ci protegge tutti dal male"
si uniformano a codici di condotta personali, delle leggi dei capi. Lo fa non perchè ottuso caprone, ma perchè è convinto che i suoi ideali personali si concretizzano proprio in quelle "norme".
L'autorità giusta condensa in quei "codici di comportamento" la promozine del benessere, impedisce l'autodanneggiamento, gestisce i conflitti sociali.
Ecco, per chi come me ha studiato legge è facile riconoscere un certo tipo di visione dell'"ordinamento giuridico" piuttosto paternalista. Ovvero: tramite il diritto, educo e gestisco i cittadini.
Ovviamente il Legale buono e il Buono hanno una scala di valori comune in parte: la vita, la libertà. Ma i Legali Buoni enfatizzano l'importanza di riequilibrio della loro azione: loro ideale (e dovere) è proteggere i deboli e consolare gli afflitti per riequilibrare lo "il torto" che è stato arrecato.
Un immagine attuale è quella della giustizia. Non cancella il torto che qualcuno ha subito (se sei stato tamponato, non potrà cancellare quell'evento spazio temporale), ma riequilibria il torto (e chi lo ha subito vedrà il suo paraurti aggiusto etc. etc.). Questo è il suo "istinto", che ragiona su un piano pratico mentre quello del "buono" ragiona più su un piano di "principio"
Insomma il Legale Buono è i classico uomo tutto d'un pezzo con grande convinzione in quello in dui crede, si ritiene giusto, onorevole, vero. Rischia e sacrifica anche la vita per evitare che giustizia, onore e verità siano sporcate dal "male".
Torniamo al caso di prima: "se la legge è ingiusta?". Contrariamente al Buono che va contro alla legge, il Legale Buono farà di tutto per cambiarla dall'interno. Solo se consumato dal tentativo non ce la fa, ci andrà contro (con molti sensi di colpa temo per Lui).
Avete presente Frollo il personaggio del gobbo di "notre dame" paradossalmente ha dei tratti da legale buono, o meglio è un personaggio che partendo da Legale Buono è scivolato in:
Malvagio: eccoci dall'altro lato della barricata.
"e' mio diritto reclamare ciò che gli altri possiedono"
intendiamoci non è un "sadico" che gode della sofferenza altrui, non si sforza di fare del male. Però si approfitta ogni volta che può delle debolezza altrui per ottenere il suo obiettivo. Nota bene: l'obiettivo è suo, non c'è niente del principe macchiavellico in questo, in cui l'obiettivo del principe ha benefici anche per altri. Il malvagio ha obiettivi benefici solo per Lui.
Il Malvagio si colloca entro il perimetro della legge, e in questo è l'antitesi dell'avvocato buono, è quell'avvocato da "film americano" in cui cerca i cavilli legali per liberare il proprio assistito (palesemente colpevole, ci sono esempi sulla stampa nazionale italiana inutile far finta di nulla e parlare dei film americani).
In questo senso il malvagio sostiene tutte le leggi (e le istituzioni) che conferiscono dei vantaggi a Lui, dunque un sistema a caste, con strutture rigide, con diritti di nascita (o schiavitù feudali) sono per Lui apprezzabili almeno finchè lui è nella posizione di beneficiarne.
Torniamo un attimo a Frollo, perchè ho detto che era legale buono diventato malvagio? Perchè immerso pienamente nei principi "teologici" riconosce nella legge la massima espressione della loro realizzazione e tutela. Scivola nella malvagità quando i principi vengono dimenticati in funzione solo della norma di legge, e diventa pienamente malvagio quando la legge diventa mezzo per esercitare un potere ricattatorio nei confronti di Esmeralda (ok, il film disney non fa testo, bisogna smazzarsi il libro...)
"non mi importa cosa devo fare per ottenere quello che voglio"
desiderano ardentemente raggiungere i propri scopi (dunque questi sono chiaramente identificati, non è anche in questo caso un sadico, non esiste un caotico malvagio senza scopi). Tanto più sono identificati questi scopi tanto più il contorno, il percorso e le creature che passano sul suo cammino sono per lui senza nessuna considerazinoe. Con queste premesse ogni azione è svincolata da ogni morale o etica, e ogni azione accettabile. Si pongono una sola domanda "questa cosa/persona soddisfa lo scopo per cui Io l'ho avvicinata? Mi avvicina al mio obiettivo?" Ogni No, corrisponde ad una eliminazione della cosa/persona. Decisione veloce, ma non sempre facile da identificare, qualcuno che passa a miglior vita troppo in fretta c'è sempre (difficile che uno viva più del necessario invece)
Ovviamente sono per la società paragonabili a demoni e orchi, e la loro esistenza mina il benessere di tutti gli altri (persino dei Malvagi che prosperano nelle pieghe della società, che i caotici invece erodono). Insomma è così intrinsecamente individualista che non va d'accordo neppure con i Malvagi!
p.s. molto del materiale riportato è la rielaborazione del manuale del giocatore di D&D 4.0, dunque diritte e tutto il resto sono di etc. etc.
Compito (facoltativo, ma caldeggiato): i vostri PG dove si collocano? Se siete timidi potete anche indicarmelo nella Vs pagina personale così lo saprò solo io!
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